Il piede del tennista viene sollecitato in maniera costante e ripetuta da forti accelerazioni e decelerazioni, cambi di direzioni repentini e scivolamenti laterali. Tutte queste azioni le possiamo tradurre come microtraumi o meglio sovraccarico funzionale determinato da azioni prolungate che hanno sulle strutture del piede un azione meccanico-truamatica.
Il piede del tennista soffre spesso di patologie da sovraccarico come peritendiniti d’Achille, fasciti plantari, periostite tibiale, fratture da stress del 5° raggio metatarsale e infiammazione dei sesamoidi.
Per formulare un’attenta diagnosi bisogna esaminare il gesto biomeccanico del tennista ed non escludere gli aspetti intrinseci ed estrinseci che lo amplificano (calzature, terreno, età, ore di allenamento, struttura anatomica del piede, ecc).
Le lesioni da sovraccarico hanno la caratteristica di manifestare il dolore man mano che il carico aumenta, e quindi avremo sempre un dolore in crescendo durante l’attività sportiva. Questo naturalmente si attenuerà a riposo scomparendo del tutto nei casi meno gravi.
Nel piede del tennista che si prepara ad affrontare un’azione agonistica è utile prevenire con un plantare sportivo che ammortizzi i sovraccarichi ed eviti situazioni patologiche fastidiose nate dai microtraumi.
In situazioni dove invece la prevenzione è stata sottovalutata e quindi ci troviamo in una situazione patologica, l’utilizzo di un plantare sportivo, appositamente studiato su misura, è d’obbligo. Evitare il fastidiosissimo dolore sotto la testa dell’alluce (infiammazione dei sesamoidi) o la peritendinite d’Achille è compito dell’azione biomeccanica che il plantare ortopedico offre alle strutture del piede, ammortizzando, scaricando e sostenendo.