Con grande entusiasmo intraprenderemo un nuovo progetto che coinvolgerà atleti e professionisti del mondo del triathlon: studieremo come cambia la biomeccanica del runner triatleta.

La biomeccanica è quella materia che studia il movimento del corpo e in questo caso lo faremo per quanto riguarda la corsa. Delle linee guida ci indicano quali sono i parametri corretti che un podista deve avere quando corre, ma quando si parla di triatleta ci sono dei momenti della competizione in cui la postura “fisiologica” viene alterata.
Il triathlon è una disciplina che comprende 3 sport, nuoto, bici e corsa, che vengono eseguite in questa sequenza, ma con distanze differenti e variabili in base alla competizione che si affronta.
Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo nuotato, pedalato o corso; farlo in sequenza e senza pause tra le tre discipline, modifica però la situazione, sotto tanti punti di vista.
Il fisico del triatleta deve adattarsi alle fasi di transizione tra una disciplina e l’altra e modificarsi dal punto di vista fisiologico, psicologico, percettivo-sensoriale e meccanico, in tempi che possono variare da pochi decimi di secondo a qualche decina di minuti. Per quanto riguarda l’aspetto biomeccanico, il gesto e la postura del triatleta si modificano come segue:
• sdraiato prono per nuotare
• seduto per pedalare
• in piedi per correre
Proprio quest’ultimo passaggio è la parte che ci interessa di più nel nostro studio.
Eseguiremo dei test in gait analysis per verificare come corre il singolo atleta in diverse fasi dei suoi allenamenti combinati e andremo ad analizzare quali sono le varianti che si apprezzano nel passaggio dal ciclismo alla corsa.
Eseguiremo dei test in gait analysis con baropodometria statica continua, dinamica e video analisi.
La statica continua è un video di 10 secondi: l’atleta dovrà rimanere fermo in posizione eretta a piedi nudi su una pedana che sarà in grado di rilevare le zone di pressione di entrambe i piedi e quindi rilevare il baricentro monopodalico e corporeo.
La dinamica consiste nel correre su un tapirulan per 30 secondi con le calzature da running che l’atleta utilizza normalmente per i suoi allenamenti: in questo modo si apprezzeranno le fasi del passo, le zone d’appoggio e il baricentro corporeo.
Entrambe gli esami sono correlati di video analisi che registra il test e ci dà la possibilità di rianalizzarlo in slowmotion. Questo ci permette di analizzare l’angolo di varo valgo del calcagno, l’incidenza di pronazione e supinazione della caviglia, varo valgo del ginocchio, allineamento del bacino e fluidità dell’anca.
Analizzeremo la lunghezza del passo, la rotazione del piede, lunghezza del passo e della falcata. Evidenzieremo le forze che si distribuiranno nelle tre zone (tallone, mesopiede e avampiede).
Lo studio verrà effettuato su un campione di atleti di diversa età e livello.
Tutto verrà eseguito dal nostro tecnico ortopedico Francesco Nardone, e seguito da Massimo Vinci allenatore triathlon della NPVaredo Triathlon Team.

Protocollo

I test verranno eseguiti in tre momenti diversi:
1. TB Test Base: viene eseguito con atleta a riposo
2. T2 Test 2: viene eseguito dopo che l’atleta ha compiuto un allenamento in bici compreso tra 45 e 60 minuti con circa 30 km
3. TF Test Finale: viene eseguito al termine di un allenamento run di 5 km preceduto dall’allenamento in bici.

TB può essere eseguito indipendentemente, mentre T2 e TF rispettivamente dopo una sessione in bici e una sessione di corsa.
Per uniformare il protocollo e rendere i dati di ogni atleta comparabili e quindi più facilmente analizzabili, diamo di seguito le indicazioni precise di come andrebbero svolte le sessioni di allenamento che precedono i tre test.

-TB Il test base viene svolto dopo una fase di blando riscaldamento e una rapida attivazione con allunghi: 15’ di riscaldamento
3/4 allunghi da 60m con 1’ di recupero tra uno e l’altro.
5’ di corsa facile ma non troppo lenta
Test su tapis

-T2 Il test 2 segue una sessione di bicicletta che viene svolta come un allenamento ad alta intensità senza la fase di defaticamento.
15’ di riscaldamento a 95/100 rpm
attivazione con 5 sprint da 10”/12” l’uno intervallati da 90” di recupero
5’ di agilità a 100 rpm.
1° Lavoro: 7 sprint massimali da 25” con 120” di recupero agili
5’ di recupero a 80/85rpm
2° Lavoro: 3 x 3’30” massima velocità in progressione di rapporto* a 30” + 4’di recupero a 95rpm tra i 3 blocchi
Test su tapis immediatamente dopo (max 90/120” dopo, la bici la si porta in studio) e appena finito il T2 su tapis si svolge la sessione di corsa per svolgere il test finale

-TF Il Test Finale si esegue subito dopo aver corso 5km in progressione al termine del T2
5km progressivo da ritmo medio a ritmo gara
Test su tapis
*Il lavoro in progressione di rapporto è un lavoro che si svolge alla ricerca della massima velocità, partendo da un rapporto medio/corto e arrivando al rapporto più lungo, scalando ogni 30 secondi per un totale di 7 rapporti adoperati in 3’ e 30”. Si parte ad esempio con il 50/19 e si arriva al 50/10 cioè al pignone più piccolo disponibile sulla bicicletta.

Obiettivi

L’obiettivo dello studio è osservare come varia la biomeccanica della corsa dopo la sessione di bici, e verificare se e come, l’atleta ritorni al suo stile di corsa fisiologico. Ci concentreremo sulle pressioni del piede e quindi sui movimenti articolari.
Vantaggi e svantaggi per gli atleti
La partecipazione è assolutamente gratuita.
L’atleta ha il vantaggio di eseguire un esame baropodometrico in gait analysis anche e soprattutto durante un allenamento.
Unico “svantaggio” T2 e TF possono essere eseguiti solo di sabato o domenica.