Perché tanti pediatri e ortopedici non danno importanza a questo problema?

Purtroppo quando una patologia si manifesta in piccole percentuali ed è poco conosciuta come problematica clinica viene spesso sottovalutata da parte del medico pediatra ed ortopedico.
Siamo parlando del toe walking ovvero del bambino che cammina in punta di piedi.
Questo “difetto” si manifesta tra i 2 e i 3 anni, spesso è una fase transitoria di pochi mesi che sparisce da sola.
Se invece superata questa fascia di età il problema si continua a manifestare è bene approfondire il caso.
Dobbiamo distinguere 2 tipologie di pazienti: il bambino affetto da autismo e il bambino non affetto da autismo.
Nel primo caso il problema è impostato nello schema motorio che porta a creare una deambulazione in punta di piedi in fase dinamica e spesso anche in fase statica, molte volte con una angolo di caviglia che passivamente fa fatica a raggiungere i 90°.
Il bambino non affetto da autismo che cammina in punta di piedi spesso manifesta un piede piatto associato ad una rigidità del tendine d’Achille. Il problema lo si manifesta maggiormente a piedi nudi, con scarpe molto destrutturate o quando il bimbo è particolarmente stanco.
Se si cerca di correggerlo o riprenderlo verbalmente, i primi 2 passi vengono svolti correttamente poi riprende la dinamica del toe walking.

Come correggere questo problema? Ma soprattutto è possibile correggerlo?
Perché molti pediatri e ortopedici non conoscono questa patologia o non danno un’indicazione?

Il problema è assolutamente risolvibile basta conoscere e riconoscere la patologia e sapere che c’è un modo che possa risolverlo.

Abbiamo detto che la causa che crea la deambulazione in punta di piedi è determinata da un tendine d’Achille molto retratto che rende difficoltosa la deambulazione con la fase tacco-pianata-punta.
Detto questo dobbiamo lavorare sulla elasticità del tendine quindi con i normalissimi esercizi di allungamento e quindi stretching.
Ma non ci dobbiamo dimenticare che il nostro paziente spesso ha 4 anni e quindi dobbiamo rendere tutto più un gioco o semplice.
Lo sapevi che un esercizio “gioco” è camminare con le pinne???
Proprio così, camminare con le pinne obbliga a camminare appoggiando il tallone alzando la punta, quindi facendo allungare il tendine d’Achille e far lavorare la fascia muscolare esterna della tibia.
Un esercizio simpatico ma molto produttivo.

In questi anni i nostri tecnici ortopedici hanno studiato e ideato un plantare in carbonio che inibisce la flessione dell’articolazione metatarso-falangea obbligando il piede ad appoggiare il tallone.
La correzione viene molto ben tollerata, con un risultato visivo istantaneo appena lo si calza fin dai primi passi. La calzatura è un valore aggiunto alla potenzialità del plantare.
In base alla gravità ed entità, il plantare dovrà esser portato per diverso tempo. Essendo una terapia meccanica, più viene usato con costanza più sarà il suo effetto positivo.

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