Negli sport di resistenza la maggior parte del nostro corpo è soggetta a importanti stress strutturali dovuti al continuo perpetrarsi del gesto atletico: in particolare in alcuni sport come la marcia e la corsa i piedi subiscono sovraccarichi importanti che a lungo andare possono portare a uno stato patologico alcune parti di esso. La maggior parte di atleti che si dilettano in sport di resistenza importanti come la maratona sono soggetti con età superiori ai cinquant’anni, quindi questa relazione è intitolata Young Old. Spesso infatti le patologie più ricorrenti in questi atleti sono le metatarsalgie, le fasciti, fratture da stress, sindrome del tibiale posteriore e talalgie.
Di fondamentale importanza in sport come la corsa la scelta della calzatura è di fondamentale importanza. Queste calzature si differenziano in A1, A2, A3 e A4. La diversa classificazione si differenziano in peso, elasticità e ammortizzazione.
La A1 è la scarpa più leggera con un peso di 180gr. È una scarpa che privilegia il maratoneta professionista che ha una ottima struttura muscolare con una corporatura longilinea. La scarpa risulta poco ammortizzata con una suole estremamente leggera, una tomaia sottile e dei forti calcaneari quasi inesistenti.
La A2 è una scarpa che viene utilizzata dal professionista nel momento in cui gareggia o si allena su terreni più impegnativi tipo sterrato in modo da avere una ammortizzazione in più rispetto alle A1. Le A2 vengono utilizzate anche dall’ amatore che ha una buona preparazione. Sono calzature che pesano qualche grammo in più rispetto alle A1 in quanto hanno una suola più spessa e quindi più ammortizzata e una tomaia più confortevole.
Le A3 sono scarpe nettamente più pesanti delle precedenti. Hanno un a suola ben ammortizzata con un tacco che si aggira sui 3 cm. La tomaia contiene bene il piede con dei forti contenitivi per il calcagno. È una calzatura che utilizza l’amatore o comunque il semiprofessionista nei percorsi più importanti e impegnativi.
Le A4 sono calzature che noi non consigliamo, in quanto sono scarpe correttive per piedi pronati. Tramite dei forti più importanti (rispetto una A4) e una miscela più alta e rigida nella parte mediale del retro piede si contiene la pronazione; naturalmente la correzione è standard.
La scelta della calzatura è come abbiamo visto, di fondamentale importanza, in quanto la scarpa sbagliata può essere la causa di una situazione patologica. Per migliorare la situazione dal punto di vista meccanico e quindi una buona ammortizzazione e un buon contenimento del piede si utilizza il plantare su misura. Lo specialista infatti può richiederne l’utilizzo sia per poter prevenire sia per curare stati di infiammazione.
L’azione preventiva è consigliata a coloro che in passato hanno già avuto episodi infiammatori.
L’azione correttiva invece a coloro che hanno uno stato infiammatorio in atto.
Prima di tutto però è fondamentale valutare correttamente l’appoggio attraverso pochi passi quali:
-controllare l’usura delle calzature
-esame baropodometrico in statica e dinamica
-verificare l’assetto del piede in neutra
-fare un podogramma ed eventuale calco in schiuma fenolica.
Dal momento in cui un atleta si presenta già con una tendinite inserzionale conclamata o con una borsite, l’ortesi plantare ci permette di scaricare il carico del piede in modo più ottimale. Grazie all’utilizzo di materiali facilmente lavorabile e altamente ammortizzanti le ortesi plantari che noi consigliamo in questi casi sono con tecnica ad asporto: attraverso l’applicazione di lastre di lattice a varie densità su una base di cuoio rigenerato riusciamo a creare un plantare altamente personalizzato e su misura.
Il lattice viene adeguatamente fresato e modificato per realizzare la forma che gli si vuol dare; questo tipo di lavorazione ci permette di utilizzare più materiali diversi in un unico plantare in modo da sostenere, ammortizzare o scaricare le zone interessate.
Il lattice è un materiale a cellule aperte, quindi comprimibile ed è in grado di restituire energia nel momento che viene rilasciato dopo una compressione. Naturalmente non è in grado di contenere una pronazione o una supinazione, o pareggiare una dismetria. Per queste correzioni utilizzeremo sempre il sughero leggero ma non comprimibile.
La prescrizione di ortesi plantari deve arrivare direttamente dal medico grazie però al supporto e alla interazione con il fisioterapista e il tecnico ortopedico proprio per avere una visione completa a 360 gradi.